Cinque anni fa nasceva Communitas, comunità educativa per minori stranieri non accompagnati, nato dalla collaborazione tra i Missionari Comboniani e Abusuan, finanziato dal Comune di Bari con fondi SAI del Ministero dell’Interno. Oggi, a distanza di cinque anni, il bilancio di questo cammino parla di accoglienza, crescita e trasformazione. Di coraggio quotidiano. Di relazioni che diventano radici.

In un momento di riflessione e celebrazione, Padre Corrado De Robertis, superiore della Comunità Comboniana di Bari, ha ricordato come Communitas si inserisca nel solco della missione comboniana, “sempre dalla parte degli ultimi, sempre con lo sguardo aperto sul mondo”.

La coordinatrice Shega Mirashi ha condiviso il cuore pulsante del progetto: l’impegno educativo costante per accompagnare i ragazzi verso l’autonomia, la consapevolezza di sé e la partecipazione attiva alla vita sociale. Communitas non è solo un luogo: è un percorso condiviso, un laboratorio di cittadinanza.

Luca Ninni, storico educatore della struttura, ha regalato un momento di intensa emozione leggendo un estratto dal racconto di un giovane migrante. Le sue parole hanno attraversato il silenzio della sala, restituendo il senso più profondo di un viaggio – geografico, ma anche esistenziale – che trova, in Communitas, un approdo umano e sicuro.

Il sociologo urbano Sergio Bisciglia ha tracciato le tappe di un’idea che ha preceduto la sua stessa forma, ricordando le origini del progetto, nate ben prima della sua inaugurazione ufficiale: Communitas, infatti, è il frutto di un lavoro collettivo, paziente e visionario, che affonda le radici nella città.

Significative le parole del sindaco di Bari, Vito Leccese: “Per trasformare lo slogan ‘A Bari nessuno è straniero’ in una realtà tangibile, è fondamentale adottare iniziative concrete che promuovano l’inclusione e l’accoglienza. Le politiche di integrazione hanno bisogno non solo dell’impegno delle istituzioni, ma anche di una condivisione responsabile da parte dei cittadini.”

Oggi Communitas è tutto questo: un’esperienza viva di comunità, un presidio educativo, un ponte tra culture, generazioni e storie. Ma soprattutto, è una casa.

Communitas è casa.
Communitas siamo tutti noi.